
Una tradizione dal sapore dolce: la Festa dei Morti
Il clima siciliano ce ne fa spesso dimenticare, ma siamo in autunno già da un po’ e secondo la nostra tradizione si avvicina la “festa dei morti”, una ricorrenza antica, dal profumo ed il sapore dolce.
Questa festa, di origine pagana, ed introdotta verso la fine del X secolo, fu ereditata dai celti ed era nota come “Samhain” (“tutte le anime”), celebrata il 31 ottobre, nonché ultimo giorno dell’anno (Capodanno Celtico) e primo giorno d’inverno, in cui la notte era più lunga del giorno ed il principe delle tenebre poteva far passare tutti gli spiriti da un mondo all’altro.
In Sicilia la tradizione prevede che nella notte tra l’1 e il 2 novembre si comprino giocattoli e dolciumi e vengano nascosti, per essere trovati dai bambini il mattino seguente, ai quali viene detto siano dono delle anime dei parenti defunti.
Si prepara anche “u cannistru”, un cesto pieno di frutta secca, cioccolatini e dolciumi vari, come la frutta Martorana, i Pupi di Zucchero, i biscotti chiamati “ossa di morti”, i taralli ricoperti di zucchero, i “mustazzola”, i “tetù” (biscotti ricoperti di glassa bianca o al cacao) e le reginelle (biscotti ricoperti di sesamo), con dei filamenti argentati o dorati per rendere ancora più bello il cesto.



C’era anche una filastrocca che si ripeteva la sera di Ognissanti:
“Armi santi, armi santi (Anime sante, anime sante)
Io sugnu unu e vuatri siti tanti (Io sono uno e voi siete tanti)
Mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai (Mentre sono in questo mondo di guai)
Cosi di morti mittiminni assai” (Regali dei morti mettetemene tanti).
In questo modo i bambini, attraverso il gioco ed il clima di festa, percepiscono le anime dei propri cari come delle presenze affettuose che non devono essere dimenticate, ed hanno un primo approccio al mondo dei morti e la morte in genere, come qualcosa di normale, di cui non devono avere paura.
Andrea Camilleri, nel suo libro “Racconti Quotidiani”, racconta “Il giorno dei morti”, con le emozioni annesse al gioco del cesto nascosto dai morti ed il ritrovamento da parte dei bambini che successivamente si recavano al cimitero per salutare e ringraziare per ciò che avevano ricevuto.
Sicuramente, dal 1943, con la nuova tradizione dell’albero di Natale e dei regali sotto l’albero, portata dai soldati americani, la Festa dei Morti è passata in secondo piano, ma soprattutto oggi, con Halloween, un evento puramente commerciale, che anticipa il nostro carnevale, forse anche in terzo.
Personalmente credo che ci si possa divertire la notte del 31 Ottobre travestendosi da morti o mostri, senza necessariamente allontanarci dalla nostra tradizione, sicuramente più sentita, in cui i bambini non hanno paura dei morti, piuttosto appena svegli vanno in giro per casa a cercare i regali lasciati dai nonni o altri parenti che non ci sono più.
Non so voi, ma io, non più bambina, preferisco portare avanti questa dolce tradizione, che mi ricorda tanto i miei nonni e, piuttosto che acquistarla, la frutta Martorana preferisco prepararla con le mie mani, semplicemente preparando l’impasto di mandorle e zucchero, usare gli stampini di gesso per realizzare tutti i frutti, colorarla ed infine mangiarla.

Per quel giorno (ma in realtà, qui in Sicilia, in tantissimi altri giorni) è severamente vietato pensare alla linea.
La frutta Martorana, da non confondere col marzapane, a Palermo veniva realizzata dalle sapienti mani delle suore del convento che fu fatto costruire dalla nobildonna palermitana Eloisa Martorana nel 1143 accanto alla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, complesso meglio conosciuto come Martorana in suo onore, come anche i fruttini colorati.
La tradizione narra che il giardino del convento era fra i più belli di tutta Palermo, al punto da incuriosire il vescovo del tempo che volle andare a constatare personalmente. Però la sua visita avvenne l’1 novembre, per la festa di Ognissanti, quando gli alberi erano già spogli.
Le suore allora si divertirono a realizzare ed appendere tra i rami limoni e mandarini fatti con la pasta di mandorle, tanto simili da sembrare veri e da portare il vescovo a complimentarsi con la madre superiora perché quel giardino, sebbene fuori stagione, fosse l’unico con alberi colmi di frutti.

Il vescovo allora decise di raccogliere un limone, rimanendo perplesso sentendo l’odore di mandorle e miele piuttosto che di zagara, ed incredulo e positivamente colpito quando lo assaggiò invitato dalla madre superiora, la quale spiegherà, a quel punto, che quei dolcetti di mandorla erano stati realizzati in suo onore. Da qui il nome di Pasta Reale!
Fortunatamente queste specialità divennero patrimonio dei pasticceri di tutta Palermo e dintorni che, ogni anno, per la Festa dei Morti, riempiono le loro colorate vetrine.


Spero che questo articolo vi sia piaciuto e vi abbia riportato a dolci ricordi.
A Presto!

TOUR DI 2 GIORNI NEL DESERTO

47 commenti
Elena
Meraviglioso Giovanna ,hai perfettamente ragione le nostre tradizioni poi sono le più belle e buone anche ..Complimenti per l’articolo …..poi oltre ai dolciumi é bello ricordiamo ancora di più i nostri cari defunti …..brava Giovanna sempre …la tua Elena
Giovanna Carlino
Grazie a te per il tuo affetto😊😘
Beatrice
Brava Giovanna , come sempre puntuale e attenta nel raccontare . Rivivere l’infanzia è sempre piacevole. Corro a fare il “Cannistru” 😁😘
Giovanna Carlino
Grazie😊
Mi raccomando fallo bello pieno😋😉
Nicoletta
Giovanna hai ricordato le nostre tradizioni piene di amore e affetto ho letto cose che nn sapevo e mi ha fatto piacere leggere l’articolo mi hai ricordato quando ero piccola e le tradizioni nostre
Giovanna Carlino
Sono felice ti sia piaciuta la lettura😊
Abbiamo tantissime meravigliose tradizioni♥️
Federica
Che meraviglia la Sicilia, con tutte le sue tradizioni! A volta la si disprezza per alcuni punti di vista, ma quando leggo queste cose sono più che contenta di essere Siciliana. Adoro tutto ciò che hai scritto e adoro questa terra! Grande Giovi😘
Giovanna Carlino
Capisco a cosa ti riferisci,ed è vero… Ma bisogna saper distinguere tra un luogo (la nostra amata terra) e chi lo governa(decisamente male). Sono due cose diverse.
Per ora godiamoci la festa ed i nostri ricordi, al resto ci pensiamo abbastanza tutti gli altri giorni dell’anno😉
Lina amato
Grazie Giovy. …ancora una volta ci fai rivivere attraverso le parole. ….i profumi. …i colori della frutta martorana e soprattutto la gioia di quando bambini cercavamo dappertutto i giocattoli che ci avevano lasciato i morti. ….quanti ricordi!
Giovanna Carlino
Sono felice di questo😍
😘
Catia
La prima volta che ho sentito raccontare tutto ciò ero trà l’incredulo il compiaciuto
ed il divertito, poi con il tempo ho apprezzato questa tradizione soprattutto il voler sminuire la morte agli occhi dei bambini e fargliela vivere invece come collegamento tra chi non c’è piu solo fisicamente. Brava Giovanna ben descritta.
Giovanna Carlino
Grazie♥️
Nicoletta campo
Un bellissimo articolo sono troppo belle le usanza che noi abbiamo mi hai ricordato da bambina a quanto tenevo al regalino 😂 un bacio giovi
Giovanna Carlino
Anch’io ci tenevo e ho tantissimi bei ricordi…♥️
Cose semplici, ma tanto significative.
Non facciamole sparire😘
Jessica
Dolci ricordi che rimarranno sempre nel cuore… W le tradizioni popolari e W la Sicilia! Brava Giovi 👏🏻😘
Giovanna Carlino
Grazie mille♥️
La nostra adorata Sicilia ne è piena.
Elena
Bellissimo articolo!!!sapori…colori…sensazioni uniche che ci regala la nostra terra 😍
Giovanna Carlino
Esattamente ♥️
Grazie cara😘
Francesca
Complimenti😘
Mi hai fatto rivivere il dolce profumo della mia infanzia!
Tradizioni da custodire gelosamente!
Giovanna Carlino
Bravissima 👏👏
Quindi corri a preparare u cannistru per la tua piccola 😍😋😘
Spatafora Alessia
Grazie sempre Giovanna, le nostre tradizioni sono importanti e tutti dovrebbero ricordarsene..
Giovanna Carlino
Esattamente!
Grazie a te 😘
Giusy
Sono 34 anni che festeggio la festa di Ognissanti ma non sapevo la meravigliosa storia che c’è dietro….grazie! Da siciliana anch’io ho fatto per i miei bambini “u cannistru” e comprato tanti regali, ma ho raccontato una versione baby un po’ diversa da quella narrata sopra. Adesso prometto di raccontarla come tradizione comanda! Grazie di cuore Giovanna!
Giovanna Carlino
Grazie a te😊😘😘
Jessica
Bravissima Giovanna, hai spiegato al meglio la nostra tradizione, un caloroso abbraccio
Giovanna Carlino
Grazie mille a te❤😘
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